Adesso vi raccontiamo una storia. Di bellezza, simpatia, gratuità. Arrivate fino in fondo, ci sarà un PREMIO
Adesso vi raccontiamo una storia. Di bellezza, simpatia, gratuità. Arrivate fino in fondo, ci sarà un PREMIO 🏆
C’era una volta un gruppo di angeli che proteggeva Castel Monte Precino, per i più, Castelluccio di Norcia.
Naturalmente, essendo il castello un luogo popolato da uomini e donne conosciuti al mondo come Castellucciani – che in realtà erano discendenti delle fate della Sibilla, da esiliati, fuggitivi – erano esseri alquanto bizzarri e perciò gli angeli di quel luogo magico non potevano che avere delle caratteristiche altrettanto particolari: serviva gente tosta per quegli strani esseri. Invece delle ali, si muovevano con degli strani mezzi gialli con enormi adesivi rotondi; al posto delle candide vesti, avevano delle fighissime divise rosse; non suonavano arpe e trombette, ma manovrano con perizia moschettoni e corde. Però i miracoli, eh sì, di miracoli ne hanno fatti tanti per non lasciare mai soli i loro protetti.
Alcuni li chiamavano Soccorso Alpino Speleologico Umbria, ma i Castellucciani li conoscevano nome per nome, e più semplicemente li chiamavano “LUsasu”: lassù si risparmiava anche sulle parole, si sa.
Un giorno, il capo degli angeli, che aveva anche un occhio obiettivo – nel senso che sapeva scattare delle foto bellissime cogliendo l’aspetto più intimo dei luoghi -, iniziò a scarabocchiare su un foglio pensando a Castelluccio. Pensava alle mille foto che aveva scattato negli anni, pensava a quell’immensità di colori che compongono quella tavolozza naturale che appare proprio agli angeli quando sbirciano da lassù la piana di Castelluccio. Pensava anche a quel sentimento travolgente che suscita l’odore dell’altezza e lo sguardo che si perde in quell’infinito che ti avvolge quando sei laggiù, che poi è lassù. Quel sentimento travolgente che solo il cuore può. Pensava che tutto questo viene evocato anche solo dal leggere o pronunciare quel nome, quattro sillabe “Castelluccio”, come i quattro lati che lo racchiudono in un mondo. Il suo, unico e straordinario.
Così nacque quel disegno che imprime la parola incantata su rombi dai colori dei fiori ed il cuore. I tre simboli di quel pensare, che sono l’essenza di Castelluccio.
Nel frattempo, un gruppetto di Castellucciani -tristi ma tenaci, lontani ma uniti – si era riunito in una associazione davvero stramba: per aiutare la propria Comunità, ciascun componente metteva gratuitamente a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze, solo per il bene comune del proprio castello. Era insolito fare qualcosa senza altro scopo che non fosse la vita del proprio paese. Alcuni la chiamavano Per la Vita di Castelluccio di Norcia Onlus, ma per i Castlucciani era “LAonlus”. Sempre per via di quella questione del risparmio anche sui nomi.
Fu così che LAonlus chiese a LUsasu di potere utilizzare quel trisimbolo per la propria associazione. Arrivò subito quel sì, quell’assenso gratuito di chi sa fare del donare sé stessi e le proprie capacità, un lavoro, con serietà e rispetto. Ci si riconosce subito tra gente perbene.
Fecero le cose come si deve gli Onlussiani ed i Sasuangeli, con tanto di roba scritta e tutte quelle cose che la brava gente sigla più semplicemente con una stretta di mano. Ma loro sapevano che così le mani sarebbero state sempre pulite ed aperte.
Da allora, quel simbolo, venne integrato dal nome dell’associazione, proprio per ricordare come un sodalizio trasparente e sincero, possa essere una Comunità allargata. Un aspetto della bellezza che salva il mondo, diceva Dostoevskij. A loro bastava salvare, intanto, Castel Monte Precino.
Da quel giorno LAonlus utilizzò spesso quel simbolo, affiancandolo alche al proprio logo, per non farlo mai sentire solo, come faceva LUsasu con loro.
Questa è una storia dei tempi del terremoto, quando Castelluccio di Norcia fu raso al suolo e stette per tanto tempo in attesa di tornare a vivere. Tale evento non viene mai citato nel racconto, perché ci piace pensare che questa storia sia una di quelle che noi potremmo raccontare ai nostri nipoti, dove le cose brutte si dimenticano e restano le cose belle; per potere raccontare come tutta l’Italia e l’Europa, e chiunque abbia amato fortemente i nostri luoghi incantati, si sia prodigato per far tornare nelle loro case i loro esseri bizzarri, in fretta, in pochissimi anni, perché, se Castel Monte Precino ha un’anima, quella è la sua gente.
🏆🏆 Ah già, il premio! Eccolo: “La Madonna ve ne renda merito”.
Questa è la frase di ringraziamento che i Santesi o qualunque Castelluccciano pronuncia in favore di chi fa del bene. E noi non ci stancheremo mai di dirlo a al S.A.S.U..
Ed anche a chiunque ci abbia dimostrato la propria solidarietà.
E poi dalle nostre parti, il Sacro ed il profano si mescolano: chissà, forse chi avrà letto il racconto beneficerà anche dei magici poteri sibillini ma, sicuramente, si sarà reso perfettamente conto che c’è… magia.
C.R., una di noi.
by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2017-10-25 08:52:02