CASTELLUCCIO IL PAESE CHE NO C’E’ PIU’

Sono trascorsi 3 anni da quel terribile 24 agosto 2016, giorno in cui quasi 300 persone traAmatrice, Accumoli e Arquata del Tronto sono morte e altre migliaia hanno visto stravolta la propria esistenza. A Castelluccio fortunatamente solo pochissimi danni e nessuna persona coinvolta; quello che sembrava essere un momento di difficoltà, che si sarebbe risolto in pochi mesi, si è rivelato come “l’inizio della fine” del nostro piccolo paese. Oltre 300 persone, tra paesani e
turisti, che in quei giorni animavano Castelluccio furono invitati, per motivi di sicurezza, a lasciare il paese. La speranza di tutti era di poterci ritornare la primavera successiva, come se nulla fosse accaduto. Ma come sappiamo, le cose sono andate in modo molto diverso, anche a causa del terremoto del 30 ottobre che con incredibile forza ha spazzato via le nostre case.
La difficile collocazione orografica (oltre 1450 metri di quota) e la distanza di 30 chilometri
dal più vicino centro abitato, ci aveva spinto a credere che Castelluccio avrebbe avuto un’attenzione particolare, per fare in modo che il paese e le persone che con grande difficoltà e caparbietà ci vivevano, non fossero abbandonati ad un triste destino. A tre anni da quel terribile giorno, le speranze si sono dimostrate vane. Ciò che il terremoto ha risparmiato, sta per essere distrutto dall’immobilismo delle istituzioni, che non comprendono le reali necessità di una popolazione che ha perso tutto e che non riesce a vedere “la luce in fondo al tunnel”.
Le macerie ancora lì, mescolate ai ricordi di una vita, riaprono continuamente nel cuore dei
proprietari, una ferita che non riesce a cicatrizzarsi.
Il paese risucchiato completamente all’interno di un intangibile piano di ricostruzione, che
ne avrebbe dovuto rappresentare lo strumento di rinascita, ma che invece ha legato il borgo con un cappio sempre più stretto, verso un percorso burocratico che nella migliore delle ipotesi vedrà la luce fra cinque o dieci anni.
I castellucciani che ogni giorno salgono al paese, bisognosi di mantenere un legame seppur piccolo con il loro passato, vagano disorientate nella piazza principale senza trovare un approdo, consci che all’imbrunire dovranno andare via, perché per loro non è stato predisposto nulla per permettergli di trascorrere qualche giorno vicino ai propri affetti più cari.
Questi tre elementi, su cui sin da subito abbiamo chiesto di prestare molta attenzione, proprio perché Castelluccio è un luogo particolare diverso dagli altri, ne stanno decretando la fine. A 3 anni dal terremoto, senza perdere neanche un minuto, occorre cambiare radicalmente direzione per non annientare un’intera comunità, che nei secoli ha resistito a tutto, ma che questa volta è disorientata e innervosita da questo incomprensibile immobilismo.
Rispetto a quello che viene fatto (o meglio non fatto), ciò che maggiormente fa arrabbiare, è
che le soluzioni a molti dei problemi di Castelluccio sono a portata di mano e basterebbe veramente poco per metterle in atto, ma non c’è la volontà di farle per non si sa quale motivo o oscuro disegno.
Non possiamo più aspettare, ne va della nostra sopravvivenza.

Giovanni Perla
Presidente dell’Associazione “Per la Vita di Castelluccio di Norcia ONLUS”


by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2019-08-23 20:37:16