Siamo al lavoro per l’organizzazione della terza edizione del nostro festival letterario delle borgate alpine.


Siamo al lavoro per l’organizzazione della terza edizione del nostro festival letterario delle borgate alpine.
Intanto vi proponiamo la clip della serata di musica e parole Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus svoltasi alle OGR – Officine Grandi Riparazioni Torino domenica 26 novembre 2017.
Riprese di Emanuele Scapellato, Diego Fabbri e Tuby Manuele Di Siro. Montaggio di Edoardo Pivi.
#RiseUp #BdV
by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2018-01-19 14:00:02


CASTELLUCCIO E LA ZAMPETTA 2018

CASTELLUCCIO E LA ZAMPETTA 2018

Come ogni anno, la nostra comunità si riunisce per festeggiare la tradizione della Zampetta. Purtroppo, dal terremoto del 2016, non abbiamo più un luogo di aggregazione dove riunirci a Castelluccio. Ma noi Castellucciani siamo tenaci e festeggiamo altrove: quest’anno a Bevagna.
La nostra Comunità c’è, VIVA e compatta.
Il CUORE è a Castelluccio, dove vogliamo tornare.

Grazie alla ProLoco per la bella festa organizzata e alla nostra tenace comunità!

COS’È “LA ZAMPETTA”?
A Castelluccio, nel primo pomeriggio del giorno dell’Epifania, ragazzi, bambini e uomini, tutti equipaggiati con strumenti musicali di varia natura (flauti, cimbali, corni, organetti, piatti, cunarelle, trombette di sorefa e salvastrello) si recavano di casa in casa intonando una canzone “la pasquetta” e la padrona di casa offriva loro da bere e donava una zampetta di maiale.
A fine giro, il sacco di canapa con le zampette veniva preso in consegna dall’oste che ci preparava una cena che si consumava nella sala dell’osteria, le sera di Sant’Antonio Abate protettore degli animali (17 gennaio) tra i canti (sbrinzi) e balli. L’usanza consentiva la partecipazione alla cena di una persona per famiglia, più tutti quelli che avevano partecipato al giro. Ogni commensale doveva portarsi l’occorrente per mangiare: forchetta, coltello, piatto, bicchiere e pane. I nonni potevano portarsi i nipotini ma questi dovevano mangiare nel piatto insieme al nonno. Questa usanza è stata sempre rispettata, a volte in pochi a volte in tanti, ma è stata sempre onorata dai Castellucciani.
(stralcio da: http://www.castellucciodinorcia.eu/festa_zampetta.php ).







by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2018-01-14 13:55:18


CAMPAGNA SOCI 2018

CAMPAGNA SOCI 2018

Le tue radici, il tuo amore, il tuo impegno per ridare VITA a Castelluccio. Per questo è nata la nostra ONLUS, costituita da tutti coloro che hanno legami concreti sul territorio. Rinnova la tua partecipazione o iscriviti a “Per la Vita di Castelluccio di Norcia Onlus”.
Mantieni in VITA Castelluccio.
Aiutaci a RIDISEGNARE il nostro futuro. INSIEME.

📍COME ISCRIVERSI O RINNOVARE LA PARTECIPAZIONE

📍📍RINNOVO:
è sufficiente pagare la quota di € 25,00 a mezzo bonifico IBAN: IT 78 O 08871 38580 013000000672 e poi inviare la quietanza a:
soci@castellucciodinorciaonlus.it

📍📍ISCRIZIONE:
collegarsi al sito
www.castellucciodinorciaonlus.it
e scaricare l’apposito modulo di iscrizione per l’anno 2018 da compilare e inviare tramite email, insieme alla ricevuta di pagamento quota di € 25,00 (a mezzo bonifico IBAN: IT 78 O 08871 38580 013000000672) a:
soci@castellucciodinorciaonlus.it

IMPORTANTE: leggere attentamente i requisiti statutari per l’ammissione (lo Statuto è sul sito).

GRAZIE A TUTTI


by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2018-01-12 14:23:16


La Comunità di Castelluccio, nel giorno dell’Epifania, come da tradizione, adora il Bambinello, uscito quasi completamente illeso dal terremoto, alla presenza della Confraternita del SS. Sacramento di

La Comunità di Castelluccio, nel giorno dell’Epifania, come da tradizione, adora il Bambinello, uscito quasi completamente illeso dal terremoto, alla presenza della Confraternita del SS. Sacramento di Castelluccio.
Con la speranza che la Luce si manifesti anche nel nostro amato Paese.

Si ringrazia l’Arciconfraternita di Sant’Eligio de Ferrari che ci ha ospitati.











by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2018-01-06 12:25:05


Santa Messa per l’epifania – 6 Gennaio 2017, ore 11:00 – Roma, chiesa di San Eligio dei Ferrari in via di San Giovanni Decollato

Santa Messa per l’epifania – 6 Gennaio 2017, ore 11:00 – Roma, chiesa di San Eligio dei Ferrari in via di San Giovanni Decollato

La confraternita del SS Sacramento di Castelluccio di Norcia, momentaneamente sprovvista di paese e di chiesa, invita tutti a festeggiare la ricorrenza dell’Epifania presso la chiesa di San Eligio dei Ferrari in via di San Giovanni Decollato, Roma.
Da quasi un anno, qui ha trovato accoglienza il nostro Bambinello che si è salvato dal crollo della nostra chiesa.

Grazie all’Arciconfraternita di Sant’Eligio de’ Ferrari e alla nostra Confraternita che aiuta l’intera comunità a rimanere unita e mantiene in vita le nostre tradizioni.



by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2018-01-05 13:42:22


BUON ANNO


🎉🎉 BUON ANNO

Buon 2018 a tutti, da noi Castellucciani che siamo paese anche se spaesati, perché sappiamo di non essere soli:
in quella terra nera,
in quel cielo grande e stellato,
in quell’aria magica,
c’è qualcosa di nostro, che anche lontani,
RESTA AD ASPETTARCI.


by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2017-12-30 21:16:37


Santo Natale 2017

💫💫💫 Santo Natale 2017💫💫💫
LETTERA DI CASTELLUCCIO A GESU’ BAMBINO

Caro Gesù Bambino,

lo so, ti sembrerà strano ricevere la letterina di Natale da un paesino, ma Tu che sei nato tra mille difficoltà e stenti, puoi capire come io mi senta.

Per Te non vi era una casa dove nascere, così venisti alla luce in una stalla, con i pastori a celebrarti e la stella cometa ad illuminare il cammino dei Re Magi; io, qui, non ho più case e nemmeno stalle da offrire, i pastori sono lontani, ma, almeno, le stelle sì, quelle non mi lasciano mai solo ed ascoltano i miei sospiri.

Tu sei stato atteso come il trionfante Messia, ma poi la delusione è giunta a coloro che si sono trovati davanti un bambino nato in povertà, un po’ come le persone che si aspettano di vedermi ricostruito o, almeno, con i lavori che mi tolgano di dosso tutte queste macerie, ed invece si ritrovano davanti una cancellata invalicabile dove sono relegato, ridotto in mille pezzi, da troppo tempo ormai. Non voglio trionfi, io ho imparato da Te la semplicità, ma vorrei che, appunto, semplicemente, quello che c’è da fare si faccia.

Chissà, forse c’è qualcosa che si sta facendo ed a me non hanno detto nulla: in questi giorni, probabilmente perché stai arrivando Tu e tutti sono più propositivi, mi sto entusiasmando a sentire molte persone che dicono di voler far di tutto per farmi tornare vivo, soprattutto quando “i capi” dicono che l’emergenza è finita e tutto procede verso il ritorno delle persone nelle loro terre. Ecco, penso, sia arrivato il mio turno!
Finalmente torna la mia gente. Anzi, “la gende mia”, come diciamo qua.

Eh sì caro Gesù Bambino, perché Tu avevi capito che il Mondo non può essere costituito ed avere un senso solo con le “cose e gli animali” del Creato, ma occorre l’umanità che si integri ed evolva con esso; invece, qui è così difficile far comprendere come le persone che hanno le loro case, quel via vai continuo tra porte che si aprono e finestre che si chiudono, sono la mia vitalità, ciò che mi rende così amato da tutti. Senza di loro, io non esisterei e, sicuramente, questi luoghi così preservati dalla furia di alcuni uomini, non sarebbero così intatti.

Vedi, caro Gesù Bambino, nei millenni ho accolto tante persone, non era facile vivere con me: nel lunghissimo inverno divento cupo e certi giorni la bufera spazza via anche le migliori intenzioni. Poi improvvisamente il mio cielo diventa azzurro, di quell’azzurro che ti mette buon umore e ti fa dimenticare le giornatacce. Le strade sono sempre state difficili da percorrere (quando c’erano) ma qui si pazientava – la grande virtù dei montanari – e si sceglieva con saggezza – l’altra virtù dei montanari – quando andare e dove passare. Insomma, la mia gente sa cosa fare per e con me. Perché, lo sanno tutti, sono un tipetto complesso io, fatto di tanti aspetti, alcuni un po’ complicati: ma Tu, ci ami così come siamo e ci aiuti ad esistere soprattutto nelle complicazioni. Ecco, io, adesso, qualche “complicazioncina” ce l’avrei, e di quelle che non ho mai conosciuto. Per questo Ti chiedo aiuto.

Non so cosa fare, le mie genti sono tenute lontane, allora mi abbandono ai ricordi, non per cadere nell’oblio, ma per non perdere l’unico brandello, o forse dovrei dire sassolino, di Storia e Vita, che mi è rimasto.

Ho visto scorrazzare tra le risate nuvoli di bambini ed ho consolato i loro pianti quando si sbucciavano le ginocchia tra i miei vicoletti rocciosi: la prudenza insegnavo loro. Li ho visti divertirsi con gli oggetti più impensati, perché, qui, non c’è mai stato bisogno di giocattoli: abbiamo bacche colorate che possono diventare pietanze prelibate, centinaia di angoli dove giocare a nascondino, una pianura sterminata per far rotolare palloni.

Era bello quando la domenica, soprattutto nelle giornate d’estate, tutti, ma proprio tutti, si ritrovavano in piazzetta, richiamati dal suono delle campane: per nessuna ragione al mondo la mia gente mi avrebbe abbandonato il giorno di Ferragosto. E poi le sere, la stessa piazzetta, diventava il luogo dove ascoltavo con sorniona arrendevolezza gli uomini anziani parlare sempre delle stesse vicende e farsi gli stessi rimproveri; poi si faceva tardi ed arrivavano i ragazzi che si sedevano sul muraglione, ed io, orgoglioso, li vedevo crescere facendo quel nulla che era il tutto, cioè stare insieme. Anche d’inverno o in autunno, io non venivo lasciato mai solo: c’era sempre qualcuno che veniva quassù per celebrare le tradizioni che non sono mai state abbandonate, oppure per riprendersi da un dolore, o, ancora, per godersi la parte più forte del proprio dna. Senza contare coloro che, qui, vedevo lavorare duramente. Un tempo avevo anche il medico, le scuole, pure il trasporto pubblico. Poi, pian piano, tutto è venuto meno. Quassù quando rimango isolato per giorni e giorni, i miei vecchietti o i bimbi malati, senza un medico non si sentono proprio al sicuro. E così, un po’ per lavorare, un po’ per l’assenza di servizi, la mia gente ha stabilito altrove la loro quotidianità. Pochi, invece, attuando tanti correttivi, sono riusciti a rimanere qua. Come posso spiegare che la popolazione di Castelluccio è di Castelluccio anche quando non si trova a Castelluccio? Forse si cessa di essere figli quando si esce dalla casa genitoriale?

Sono stato fotografato, così nudo come sono, con i panni peggiori che io abbia mai indossato, con tanto imbarazzo. Ma va bene pure questo se serve a poter raccontare a tutti le condizioni in cui mi trovo e quanta urgenza ci sia nel poter ridare fierezza a me ed alle mie genti. A volte sento borbottare i miei cari paesani: spesso litigano tra loro perché ciascuno ha un’idea su come poter far muovere “i capi” per riportarmi in vita. Io mi dispiaccio tanto perché mi rendo conto che lo fanno perché sono smarriti e spaventati di non poter tornare qui. Chi si può prendere cura di loro? Io vorrei, ma sono ridotto in mille pezzi, appesantito dalle macerie, come i loro cuori.

Allora, caro Gesù Bambino, io mi rivolgo a Te, che più “capo” di Te non ce n’è, ma sei umile come me, e quindi mi puoi capire se Ti parlo così semplicemente: Ti prego, fai capire a chi di dovere, a chi ha il compito di proteggere me e la mia gente, che senza le persone io qui sarò destinato ad una lenta scomparsa. Fammi tornare a sentire le risate ed i pianti dei bambini, le chiacchiere sottovoce delle vecchiette, le grida degli uomini che si accapigliano, il vociare dei ragazzi, lo schiocco dei baci. Fammi sentire quell’odore di fumo che non impregna i vestiti ma le strade, che è odore di casa; fammi vedere le finestre che in ogni momento dell’anno si aprono e si chiudono a seconda di chi torna per condividere la propria vita con me. Perché, per la mia gente, io, Castelluccio, non sono un luogo di vacanza, ma l’essenza della propria identità, come loro sono per me, la mia anima.

Portaci la Buona Novella, caro Gesù Bambino.

♥️Il tuo amato Castel Monte Precino
al secolo Castelluccio di Norcia

Grazie sempre al Soccorso Alpino e Speleologico Umbria che ci ha permesso di far nascere Gesù anche a Castelluccio una piccola Navità fatta con le nostre mani.

E buon Natale ai militari che lo stanno presidiando, ai quattro gatti e le volpi che fanno loro compagnia.



by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2017-12-24 15:52:37